mercoledì 20 aprile 2011

Eccomi di ritorno dopo molto tempo. Però non sono stato con le mani in mano: da più di un anno coordino un gruppo di ragazzi appassionati di disegno e di manga per aiutarli a realizzare le loro prime opere.
Grazie anche a questo blog aiuterò loro e chiunque volesse seguirmi nella realizzazione di un racconto a fumetti. Manga o non manga. Perché come diceva il prof. Nanni: "per fare i fumetti giapponesi devi essere in Giappone", cioè manga è solo la traduzione della parola "fumetto". Ovviamente non è così, come la cucina giapponese si può esportare, anche il manga si può esportare. Però è anche vero che la cucina giapponese che trovi in Italia non è la vera cucina giapponese. La spiegazione è la stessa: il gusto deve adattarsi a chi andrà consumare il prodotto, altrimenti non avrà successo.
Si fa prima a cambiare stile o a cambiare i lettori? La risposta sembra ovvia, ma in realtà bisogna iniziare a riconsiderare certi "assiomi" che provengono da una realtà editoriale ormai in declino.

sabato 21 marzo 2009

Cos'è un manga

Può sembrare una domanda banale, ma non lo è. Forse non c'è una risposta o forse aveva ragione il mio professore di Estetica che il mangaka è il fumettista giapponese, punto e basta.
Allora perché esistono fumettisti fuori dal Giappone che "si atteggiano" a mangaka e pretendono di disegnare manga pur non essendo giapponesi e pur non essendo in Giappone?
Io la risposta l'ho trovata.
Possono star tranquilli gli pseudo mangaka italiani, americani e francesi, si può fare manga anche fuori dal Giappone perché il manga è effettivamente un "modo di raccontare" a sé stante, con le sue caratteristiche uniche e imprescindibili.
Partiamo con una domanda impertinente: ci sono mangaka in Giappone che non disegnano manga? Ognuno di voi avrà il proprio concetto di "manga" che probabilmente sarà un concetto strettamente stilistico. Altri avranno un concetto di manga tematico, di genere.
La questione stilistica.
Diciamo subito che ci sono mangaka con stili molto diversi tra loro. Tutti sanno che il manga è nato con Osamu Tezuka e tutti sono concordi del dire che lui ha definito per primo le caratteristiche del manga moderno. Un'affermazione giusta, ma forse un po' superficiale. Stiamo parlando di "occhi grandi"? Osamu Tezuka ha imparato da Walt Disney a fare gli occhi grandi. Stiamo parlando di retini? Osamu Tezuka li usava perché a quei tempi pubblicare opere a colori era costoso, come lo è oggi, del resto. Forse le linee cinetiche? in alcune storie non sono necessarie, ma non per questo non si può parlare di manga. E' una questione di genere? Osamu Tezuka ha fatto fumetti di ogni tipo: supereroistici, ecologisti, storici, religiosi.... La poliedricità non è certo una prerogativa esclusivamente giapponese!
Veniamo ai giorni nostri. Masashi Tanaka (Gon), per fare un esempio, non usa i retini. Buichi Terasawa ha pubblicato un manga interamente colorato al computer, quindi non in bianco e nero e, ovviamente, senza retini. Molti mangaka hanno uno stile molto realistico e i loro personaggi non hanno gli occhi grandi (Kentaro Miura, Tetsuo Hara, Yu Kinutani, Ryoichi Ikegami ecc.) anche se questa è una questione complessa sulla quale mi soffermerò più avanti.
Il tratto dei manga è sempre molto pulito.... e Shinichi Hiromoto dove lo mettiamo?
Per ora ce n'è fin troppo per discutere.
Dite pure la vostra: ci sono dei mangaka che, secondo voi, non disegnano manga e andrebbero cacciati all'inferno?